Calcola l’IQD per dimagrire meglio
La dieta vincente per dimagrire e ritrovare la forma fisica raggiungendo gli obiettivi prefissati? Si può fare semplicemente calcolando l’IQD, ossia l’indice di qualità della dieta.
Secondo questa filosofia che si è diffusa fra i nutrizionisti e i dietologi non è il calcolo delle calorie o la quantità degli alimenti consumati ogni giorno a fare la differenza, ma bensì la qualità dei cibi. Il nuovo parametro attraverso il quale si potrebbe calcolare se i cibi fanno ingrassare o meno, è stato scoperto da un gruppo di ricercatori italiani dell’Università La Sapienza di Roma e in seguito presentato in occasione del settimo congresso regionale della Società Italiana dell’Obesità.
Calcola l’IQD per dimagrire
Il segreto per dimagrire senza alcuna difficoltà e mantenere la forma fisica sarebbe quello di privilegiare la qualità alla quantità con una accurata selezione di tutte le sostanze nutritive e dei cibi che vengono messi in tavola e poi consumati, allo scopo di comporre il “menù perfetto”. Si tratta di una dieta ideale, salva linea e soprattutto salva salute, portata alla luce da questo studio dei ricercatori romani.
Il successo di un menù dimagrante secondo gli scienziati sarebbe tutto negli abbinamenti. Alcuni alimenti e nutrienti ad alto rischio, possiedono in sé un pericoloso accumulo di chili di troppo molto elevato, come, per esempio, i carboidrati, i glicidi, i formaggi o gli zuccheri, che dovrebbero essere abbinati con i cibi giusti per poter essere meno dannosi.
“A parità di calorie assunte ogni giorno da vegani, vegetariani che includono latte e uova, magri onnivori e obesi onnivori, si evidenziano pesi decisamente differenti. Non è solo l’introito calorico a determinare lo sviluppo dell’obesità e del sovrappeso, ma come si costruisce il menù, bilanciando i cibi contenenti grassi saturi o glucidi con le fibre. In linea con i dettami della dieta mediterranea, i piatti privi di fibre e verdure e ricchi di grassi saturi, in particolare le carni rosse, non solo fanno ingrassare, ma facilitano lo sviluppo di malattie correlate all’obesità” ha spiegato Andrea Lenzi, professore di endocrinologia e direttore della Sezione di fisiopatologia medica ed endocrinologia del Dipartimento di medicina sperimentale della Sapienza.
L’IQD, ossia l’indice di qualità della dieta, è il risultato ottenuto con un particolare calcolo matematico nel piatto. Si ottiene moltiplicando i glicidi, cioè carboidrati e zuccheri, per gli acidi grassi saturi. Il risultato deve essere diviso per le fibre, cioè cereali integrali, frutta e verdura.