Il peperoncino piccante rosso allunga la vita e accelera il metabolismo
Il peperoncino piccante rosso è un toccasana per la salute e per il benessere: ma anche camminare e mangiare meno sono garanzia di longevità. La conferma, questa volta, arriva da uno studio pubblicato su Nature Communications, incentrato soprattutto sulla dieta e sulla restrizione calorica. Secondo la ricerca, infatti, mangiare meno aiuta i macachi a vivere più a lungo e in buona salute.
Lo studio ha visto impegnati ben due gruppi di ricerca: il team dell’Università del Wisconsin e i ricercatori del National Institute of Aging, che tempo fa erano su posizioni diverse per quanto riguarda il collegamento restrizione calorica/longevità. Oggi, però, i due gruppi di ricercatori hanno unito le loro forze e hanno stabilito che la restrizione calorica sembra davvero poter incidere sull’invecchiamento, ma soprattutto se sono adulti e anziani a intraprendere la dieta, piuttosto che i soggetti più giovani.
Ma per vivere a lungo, mangiare meno non basta. Un altro studio, pubblicato su Brain, Behavior and Immunity, rivela che bastano solo 20 minuti di esercizio fisico al giorno per stimolare il sistema immunitario e per assicurarsi un effetto anti-infiammatorio. Il cervello e il sistema nervoso simpatico vengono infatti attivati durante l’esercizio fisico; gli ormoni come l’adrenalina e noradrenalina vengono rilasciati e attivano i recettori adrenergici delle cellule immunitarie.
Una bella camminata, insomma, di soli 20 minuti, può assicurare un effetto anti-infiammatorio, e di conseguenza una vita più lunga e al riparo dalle malattie. Un’altra ricerca ancora ha oggi stabilito però che esiste un elemento “magico”, in grado di garantire lunga vita a chi lo assume. Lo studio, pubblicato su PLoS ONE, assicura che mangiare piccante è associato a una minore mortalità. La riduzione è del 13%, addirittura, ed è dovuta a un minor impatto di malattie cardiocircolatorie e ictus.
Lo studio si basa su una vastissima base di dati: sono stati analizzati infatti ben 16.000 americani seguiti per 23 anni. L’effetto benefico del peperoncino, affermano gli autori, è dovuto probabilmente alla capsaicina, che si pensa riesca a impedire l’obesità e a modulare il flusso sanguigno coronarico, oltre ad avere proprietà antimicrobiche. Secondo Mustafa Chopan, tra gli autori dello studio, i risultati dovrebbero spingere a raccomandare il peperoncino nella dieta di chiunque.
Analizzando i dati, il numero dei decessi e le cause di morte di tutte queste persone, gli scienziati hanno scoperto che i soggetti che consumavano il peperoncino avevano un rischio di mortalità inferiore di circa 13% rispetto agli altri. “Anche se il meccanismo attraverso cui il consumo di peperoncini potrebbe ritardare la mortalità è tutt’altro che certo”, hanno dichiarato i ricercatori, “la relazione osservata potrebbe essere dovuta all’azione dei canali Transient receptor potential (Trp), che rappresentano i recettori primari delle sostanze piccanti, come la capsaicina, la componente principale del peperoncino”.