Vischio, buon parassita
I principi attivi del vischio sono stati studiati fin dal secolo scorso. I biochimici hanno ottenuto spesso risultati discordanti: i componenti riscontrabili nella pianta non erano sempre gli stessi. L’enigma è stato risolto quando si è osservato che il vischio, pianta semiparassita, vive in piante diverse succhiando da esse la linfa vitale. Quindi la sua composizione chimica riflette, sia pure parzialmente, quella delle piante su cui si sviluppa.
Per le sue proprietà ipotensive, il vischio può essere usato con buoni risultati nell’ipertensione e nell’arteriosclerosi per curare le loro diverse manifestazioni (cefalea, crampi, vertigini, nausee, disturbi visivi, ronzii auricolari ecc.). Alcune ricerche dimostrerebbero che il vischio di pero possiede un’azione ipotensiva maggiore. Sembra dimostrato che il principio attivo che diminuisce la pressione del sangue, se somministrato per via intramuscolare, riesca a evitare la formazione di lesioni arteriosclerotiche. Per la sua azione antispastica, è stato somministrato utilmente contro l’asma bronchiale, vertigini, tossi spastiche ribelli, pertosse, diverse nevrosi, convulsioni dei bambini. Oltre che nell’artrite deformante, l’estratto di vischio agisce favorevolmente nell’artrosi delle articolazioni del ginocchio e del piede.