Sclerosi multipla e regimi alimentari
Esiste una correlazione tra la produzione industriale di alcuni cibi (in particolare margarina, salsicce, marmellate, zucchero e birra) e l’incidenza della sclerosi multipla? Sembra proprio di si. Lo sostiene il ricercatore tedesco Klaus Lauer, che ha preservato i dati raccolti in un’indagine condotta in sette paesi europei durante il congresso dell’European Neurological Society tenutosi nel giugno 2010 a Berlino. Lo studio ha evidenziato che nelle nazioni in cui gli alimenti sopra citati vengono maggiormente prodotti (e probabilmente anche consumati), la sclerosi multipla è più diffusa.
E’ risultato invece che nei paesi dove si producono grandi quantità di cereali, pasta di grano duro e pesce in scatola la malattia ha un’incidenza minore. E’ ovvio (lo ricorda anche il ricercatore tedesco) che questi sono dati ricavati da studi che hanno coinvolto grandi quantità di soggetti. Per questo non si può al momento affermare con certezza che alcuni cibi siano responsabili della comparsa della malattia.
Per avere maggiori sicurezze da questo punto di vista occorrerebbero indagini sulle abitudini alimentari di ogni singolo soggetto ammalato. Tuttavia è ormai evidente come, accanto ad altre cause (geni, virus, inquinamento ambientale, ecc.) ci sia uno stretto legame tra abitudini alimentari e sclerosi multipla. Fanno aumentare il rischio la carenza di vitamina D (cioè mancanza di vita all’aria aperta) e di acidi grassi essenziali (omega-3 in particolare) e l’eccessivo consumo di grassi animali, di latticini e di cereali raffinati. In questo (tragico) vortice di dati, l’industria alimentare ci vuole mettere del suo. Teniamone conto.